Self Made: la forza di sognare
Ora che almeno il tempo non ci manca, non abbiamo più scuse e possiamo dedicarne un po’ anche alle nuove uscite. Self Made è l’ultimissima novità di Netflix: una miniserie storico-drammatica che in soli 4 episodi, quasi come un lungo film, racconta la storia della prima donna milionaria che si è fatta da sé, Madame C. J. Walker.
Il premio Oscar Octavia Spencer è l’accattivante biglietto da visita che ti convince a premere play, e da subito si rivela la forza centrale della produzione curata, tra gli altri, da Janine Sherman Barrois e LeBron James e dalla stessa attrice premio oscar. Con la solita padronanza di scena e mimica imbattibile, la Spencer dà volto ad una donna nera dell’inizio del Novecento, appartenente alla prima generazioni di uomini liberi dalla schiavitù, abituata a lottare duramente sin dalla nascita per trovare il suo spazio nel mondo. La difficoltà della vita e l’estrema povertà si incarna anche nell’aspetto fisico in un’aggressiva perdita di capelli, dovuta allo stress e alle condizioni igieniche precarie. Ma rappresenta ancora di più: è il segno di quell’enorme divario che separa nere e bianche, ricche e povere, opportunità e impossibilità. L’incontro con Eddie Malone e la sua crema magica per far ricrescere i capelli, danno alla protagonista la possibilità di riprendere in mano la sua vita e lottare, stavolta, per realizzare i propri sogni. Crea così la sua linea di prodotti per capelli rivolta esclusivamente alle donne nere e, raccontando con forza e naturalezza la sua storia, inizia ad accrescere la sua credibilità come imprenditrice.
Una delle particolarità più riuscite di Self Made è che i sogni di Madame C.J. Walker vengono mostrati visivamente in scene vivaci e d’impatto: la fantasia prende vita, la lotta si combatte sul ring, e lo scontro con il classico canone della bellezza diventa la nemesi della protagonista. Nonostante la scelta di raccontare questa storia in una miniserie, sembra che il tempo non basti per entrare fino in fondo alle dinamiche degli eventi e nella psicologia dei personaggi. In Self Made molto viene lasciato solo in superficie, lasciando aperte cause e conseguenze.
Il successo e la realizzazione di Sarah Breedlove, il nome di nascita di Madame Walker, hanno un caro prezzo e non c’è spazio per raccontare fino in fondo tutti gli ostacoli, le rinunce, ma anche le conquiste lavorative e personali. Chi più subisce i tagli della serie e le rinunce di Sarah è Charles James Walker, terzo marito di Madame, un uomo che finalmente le dà la possibilità di realizzarsi e sentirsi amata, interpretato dall’affascinante Blair Underwood.
Self Made è una miniserie di buon livello, curata nella scenografia, nei costumi e nella regia, con alcuni dettagli della sceneggiatura e della trama che andavano approfonditi. Ma già solo per Octavia Spencer vale la pena spendere 3 ore e mezza per una storia femminista che racconta il diritto e il dovere di sognare.